TERAMO – Era morto quando la madre l’ha messo alla luce. E’ questo il primo responso dell’autopsia sul feto di trenta settimane partorito da una badante romena di 35 anni che poi l’ha avvolto in un lenzuolo e lo ha nascosto dentro casa. L’esame autoptico, eseguito questa mattina dall’anatomo patologo Giuseppe Sciarra, avrebbe anche datato il parto: sarebbe avvenuto non meno di una settimana fa. Ed è questo l’aspetto che adesso condisce di ancor maggior gravità questa tragica vicenda maturata in un appartamento di una frazione del capoluogo. In attesa che il medico legale chiarisca le cause del decesso del piccolo nel grembo della madre e sgombri il campo da ulteriori dubbi su un aborto indotto, di sicuro la donna sarà indagata per occultamento di cadavere. La donna avrebbe voluto nascondere la gravidanza ed era in attesa di disfarsi di quel corpicino? Lo dovrà chiarire l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Bruno Auriemma e affidata agli uomini della compagnia di Teramo diretti dal maggiore Riziero Asci, che adesso ascolteranno la donna con maggior pressione con l’obiettivo di arrivare a una verità finora inconfessata. A far venire a galla la macabra vicenda è stato infatti lo stato clinico della romena, che si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Teramo in compagnia del compagno, con una forte emorragia, ancora evidente conseguenza o complicanza del parto clandestino di una settimana prima.
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